GIAN MARCO CHIOCCI, NON TEMETE LA MORTE. DIALOGHI CON PAPA FRANCESCO (Compagnia editoriale Alibert; pp. 128, 12,90 euro)
Una Chiesa ancorata alle sue "radici" che non sono "conservatorismo". E che, soprattutto, non significano affatto arrendersi agli "indietristi". Anzi. "La tradizione cresce e deve andare avanti". È questo il futuro della Chiesa che Papa Bergoglio si augurava sarebbe venuta dopo di lui e di cui parlava, tra i tanti temi affrontati, in una lunga intervista che aveva concesso al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci nel novembre del 2023. Ora quelle, ed altre, sue riflessioni sono state raccolte dal giornalista nel libro "Non temete la morte - Dialoghi con Papa Francesco", in cui Bergoglio offre la sua visione su tutto, senza mai tirarsi indietro: dai temi della guerra in Medio Oriente al conflitto in Ucraina, con l'appello a deporre le armi. Ma anche delle questioni legate alle migrazioni ("Io sono figlio di migranti...", ricorda) fino al ruolo della Chiesa e delle donne ("È più importante Maria che Pietro. Perché la Chiesa è donna. Ma se noi vogliamo ridurre questo al funzionalismo perdiamo") e alla necessità di rinnovamento, senza ritrosie a parlare anche della sua sfera privata. E tantomeno dei suoi calciatori preferiti. Tra Messi e Maradona chi preferisce? Pelè, risponde Francesco. O meglio, tutti e tre "erano grandi". "Maradona, come giocatore un grande. Un grande.
Ma come uomo ha fallito". E "Messi è correttissimo.
Correttissimo. È un signore". Però, "per me, di questi tre, il grande signore è Pelè. Era un uomo di un cuore…". Tutte le sue parole risuonano ora come un lascito di riflessioni, per i cattolici e per i laici. Con il suo cruccio maggiore che, fino alla fine dei suoi giorni terreni, era la guerra. Dal 7 ottobre ai bombardamenti a Gaza, la guerra in Ucraina e le tante guerre di cui si parla troppo poco: "Ho provato, ho sentito sempre la stessa cosa. Che ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace. Col dialogo" .
Poi la domanda che oggi, dopo l'elezione del suo successore, tutto il mondo si sta facendo. Dopo di Lei, che Chiesa sarà? Una Chiesa che torna un po' al passato? Che magari guarda al futuro restando se stessa? Come se la immagina? gli domanda Chiocci.
"Lo sa il Signore. Ma c'è sempre quella malinconia del passato: una cosa che accade nelle istituzioni, e anche nella Chiesa. Ci sono coloro che vogliono tornare indietro: gli indietristi, che non accettano che la Chiesa vada davanti, che sia in cammino. È sempre in cammino, la Chiesa deve crescere. Anche il suo modo di essere Chiesa deve crescere, dalle radici, con i tre princìpi tanto belli di Vincenzo di Lérins, il padre del V secolo: ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate. Dalle radici, come il succo dell'albero che cresce e sale, ma sempre attaccato alla radice. Una Chiesa che si stacca dalle radici va indietro, e perde questo succo della sana tradizione. Che non è conservatorismo: la tradizione cresce e deve andare avanti".
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