La prima volta sul palco dell'Ariston
salì nel 2015, in gara tra i Giovani. Dieci anni dopo, e tanta
gavetta dopo, Serena Brancale ha conquistato un posto tra i Big,
sulla scia di successi diventati virali che l'hanno resa
popolare come Baccalà e La Zia. "Dieci anni fa ero una ragazzina
che cantava un brano difficilissimo come Galleggiare. Ero meno
strutturata e meno matura: vissi il festival come un parco
giochi - racconta all'ANSA la 35enne cantautrice pugliese, che
spazia con maestria tra jazz, funk e soul -. Oggi sono un po'
cosciente, ma sono serena, penso all'esibizione come se fosse un
normale concerto. Vivo tutto quello che sta accadendo cercando
di divertirmi e con Anema e Core", dice giocando con il titolo
del brano che porta in gara. "Ho tutto da guadagnare,
soprattutto in amore".
"Il titolo Anema e Core richiama un'espressione tipica
napoletana, oltre ad essere un omaggio a uno degli artisti che
più mi hanno ispirato, Pino Daniele. Poche parole semplici,
istintive, di pancia, ma potenti", spiega Serena Brancale che ha
scritto il testo muovendosi tra italiano e barese, per
raccontarsi il più possibile con sincerità. "Cantare in barese
mi fa stare tranquilla e mi fa sentire a casa". Il legame con le
sue origini, lo ha voluto ribadire anche per la serata delle
cover, quando sarà accompagnata sul palco dalla salentina
Alessandra Amoroso. Insieme canteranno If I Ain't Got You di
Alicia Keys.
Polistrumentista, performer, compositrice, fiore
all'occhiello della nu-soul/Jazz italiana all'estero, Serena
Brancale ha una solida formazione musicale, eppure tra i suoi
brani più popolari c'è l'irriverente Baccalà, che ha spopolato
su social e piattaforme streaming valicando i confini nazionali.
"Questa estate ho fatto cinquanta e ogni volta non vedevo l'ora
cantarla. Io sono Galleggiare ma anche Baccalà, perché nessuno
di noi è una cosa sola o una sola canzone. Sono grata a
Baccalà".
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