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Scarpati in Oscura immensità, tra perdono e vendetta

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Scarpati in Oscura immensità, tra perdono e vendetta

In scena all'Eliseo di Roma con pièce tratta da romanzo Carlotto

ROMA, 24 marzo 2014, 12:58

Maurizio Giammusso

ANSACheck

Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giulio Scarpati, io la memoria di mia madre - RIPRODUZIONE RISERVATA

   La giustizia o la vendetta, la pena o il perdono, il dolore per la perdita di una persona cara, il rancore che non passa e brucia una vita. Sono temi e sentimenti forti quelli che Massimo Carlotto ha versato nel suo romanzo 'L'oscura immensità della morte' e che ora assumono un forte impatto teatrale in uno spettacolo noir che ha quasi lo stesso titolo ('Oscura immensità'). Lo recitano con passione Giulio Scarpati e Claudio Casadio, con una regia attenta ai particolari emotivi firmata da Alessandro Gassmann, all'Eliseo di Roma fino al 30 marzo.
    In scena i due personaggi del dramma si alternano in una serie di monologhi, non si incontrano mai e le loro posizioni morali ed esistenziali sono agli antipodi. L'uno (Scarpati) è il marito e il padre di due persone assassinate durante una rapina.
    L'altro (Casadio) è il rapinatore omicida, che dopo 15 anni di carcere e in presenza di un cancro terminale, potrebbe ottenere la grazia: una grazia che richiede però il perdono della persona offesa, ovvero della vittima.
    Ma come si può chiedere il perdono ad un uomo che ha tanto sofferto, e che ancora soffre di quello strappo tragico che ha avvelenato tutta la sua vita? Solo un uso calcolatissimo di quella richiesta di perdono li fa intrecciare. E dietro questo duello senza pietà vi sono dubbi morali e istinti di vendetta.
    Le posizioni sono chiare e apparentemente inconciliabili. Il confronto si avvia con due monologhi di alto livello drammatico, teatralmente efficaci nonostante siano soliloqui che non si incontrano. Più avanti la storia avrà risvolti teatralmente efficaci. Ma tutto nasce da pochi brucianti interrogativi che coinvolgono il pubblico.
    I due attori conducono il gioco tragico con molta misura. E' un piacere vedere Scarpati in un personaggio lontanissimo dai campioni di buoni sentimenti delle fiction televisive di successo che interpreta di solito, E' una positiva sorpresa scoprire le qualità di una recitazione ruvida di Claudio Casadio. Quanto alla regia di Alessandro Gassmann, è positivamente al servizio del'uno e dell'altro.
   

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