"Io che sono cresciuto senza padre,
ho avuto tanti padri artistici. Battiato è uno di questi, e
forse per la voglia di sperimentare che ci accomuna è quello a
me più affine": dopo il successo della scorsa estate, Simone
Cristicchi riparte in tour con "Torneremo ancora", omaggio
mistico in concerto dedicato al grande cantautore, ideato e
interpretato insieme con Amara e organizzato da International
Music and Arts. Undici nuove date, la prima il 21 gennaio a
Prato, che porteranno i due artisti da Brescia a Cattolica, da
Bologna a Genova e Milano, per un progetto unico, nato non per
offrire una semplice celebrazione di Battiato, ma per esplorarne
la profonda spiritualità: "Con Amara abbiamo ricercato quei
brani che sono tappe di un percorso iniziatico, dal mondo
islamico del sufismo fino all'insegnamento dei maestri tibetani,
come una mappa geografica disegnata dal maestro tutta da
ripercorrere", spiega all'ANSA Cristicchi, pronto a riprendere a
febbraio anche "Magazzino 18", musical civile sul dramma
dell'esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra
che quest'anno festeggia il decennale.
In "Torneremo ancora" ci sono "richiami musicali a questi
mondi spirituali, ci sono canzoni riarrangiate così come canti
ortodossi in aramaico o i mantra", prosegue l'artista, "sembra
di vivere in un'altra dimensione". Qual è l'eredità di Battiato?
"Ha ridato il senso sacro alla musica, recuperandone il ruolo
liturgico. Per questo tante persone che sono 'in ricerca'
vengono allo spettacolo", prosegue, "io credo molto nella
responsabilità dell'artista nei confronti di un pubblico che
spesso vuole farsi indicare la strada da seguire. Bisogna
recuperare il ruolo dell'artista nella società, non parlo del
cantautore impegnato, ma di tutti quegli artisti che come
Battiato cercano di elevare lo spirito con le loro opere".
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