L'economia americana si contrae per la prima volta dal 2022 e rovina la festa dei 100 giorni a Donald Trump facendo riecheggiare i timori di una recessione. Il pil nel primo trimestre ha segnato un -0,3%, penalizzato da un boom delle importazioni (+41,3%) per aggirare l'arrivo dei dazi.
Una doccia fredda per le borse, ma anche e soprattutto per la Casa Bianca. "E' l'eredità di Joe Biden, nulla a che fare con le tariffe", ha detto il presidente sul suo social Truth lasciando trapelare rabbia e frustrazione.
Trump ha giocato gran parte della sua campagna elettorale sull'economia promettendo l'avvio dell'età dell'oro, e i dati sul pil sembrano vederlo scivolare proprio sul suo cavallo di battaglia. La situazione potrebbe infatti peggiorare man mano che i dazi faranno sentire appieno il loro effetto, nonostante l'analisi nel dettaglio del dato sul Pil mostri una resilienza dell'economia americana e non una brusca frenata, se si tiene contro delle tecnicalità con cui viene calcolato l'import.
L'andamento dell'economia riguarda i primi tre mesi e non include quindi il 'liberation day', il 2 aprile usato da Trump per annunciare le tariffe reciproche. "I dazi ci fanno arricchire", ha ripetuto in Michigan durante le celebrazioni-show per i suoi primi 100 giorni. "Sono stati i migliori di sempre. Ed è solo l'inizio. L'età dell'oro per l'America è appena iniziata", ha assicurato Trump ai suoi sostenitori, promettendo che "nulla lo fermerà" nel rendere l'America di nuovo sicura e ricca. Una ricchezza che passa non solo per le tariffe ma anche per un significativo taglio delle tasse.
"Faremo un accordo commerciale equo con la Cina", ha poi messo in evidenza Trump, impegnato nel cercare di raggiungere intese commerciali prima della scadenza di luglio, quando terminerà la pausa che ha concesso sulle tariffe. "Grazie ai dazi le aziende stanno tornando a investire negli Stati Uniti", ha osservato citando gli impegni presi da colossi come Tsmc e Apple prima di vedere alla Casa Bianca gli amministratori delegati di Corporate America, preoccupata dalla guerra commerciale. Finora nessuna intesa sui commerciale è stata raggiunta, neanche con il vicino Canada, dove la vittoria di Mark Carney è stata uno schiaffo a Trump e alle sue mire espansionistiche.
Dopo aver scherzato spingendosi a dire che gli piacerebbe fare lui il Pap, il presidente davanti ai suoi fan ha elencato i successi raggiunti, soprattutto sul fronte dell'immigrazione.
"Gli arrivi al confine con il Messico sono crollati del 99,9%", ha detto evidentemente orgoglioso mostrando un video sul carcere di massima sicurezza di El Salvador, dove vengono inviati i migranti che sono il "peggio del peggio". Enormi passi avanti - ha aggiunto - sono stati effettuati sul fronte dei prezzi.
"L'inflazione è calata. So che non dovrei criticare il presidente della Fed ma non sta facendo un buon lavoro. Sui tassi ne so più io", ha spiegato tornando a criticare Jerome Powell senza però nominarlo. I dazi hanno aumentato la pressione sulla Fed, ponendola di fronte al dilemma dell'aumento dei prezzi e di una frenata dell'economia e del mercato del lavoro, che inizia a mostrare segnali di debolezza.
Alla Fed guardano le borse. La brusca frenata dell'economia americana ha rallentato le borse europee, che hanno chiuso in ordine sparso con Francoforte in rialzo dello 0,32% e Milano in calo dello 0,71%. Wall Street è subito andata in rosso, appesantita anche dalle trimestrali delle grandi aziende americane, che hanno rivelato un'incertezza dilagante dovuta sempre ai dazi. "Questo è il mercato azionario di Biden, non di Trump", ha tagliato corto il presidente. "Siate pazienti", ha aggiunto rivolgendosi agli americani e agli investitori di Wall Street alle prese con i peggiori primi 100 giorni di una presidenza dai tempi di Gerald Ford.
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