(di Stefano Intreccialagli)
E' l'odio ad alimentare la guerra che
ormai devasta da oltre tre anni l'Ucraina. Un "odio tremendo"
tra due uomini, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Tanto che
"forse, la pace non è possibile". E' l'amara constatazione di
Donald Trump che però non rinuncia alla speranza di arrivare
alla fine della guerra, e nella stessa intervista evoca "ottime
possibilità di farcela". E di certo non vanno in questa
direzione le parole e le azioni di Vladimir Putin, che continua
a rifiutare il cessate il fuoco di 30 giorni promosso da
Washington. In un documentario della tv russa, lo zar ha
sottolineato come Mosca "abbia abbastanza forza e risorse" per
una vittoria nell'invasione, anche senza ricorrere alle armi
nucleari.
Da tempo ormai il presidente Usa minaccia di sfilarsi dalla
mediazione avviata sin dall'inizio del suo mandato, in mancanza
di passi avanti concreti di Mosca e Kiev verso un cessate il
fuoco. La strada del negoziato ha raggiunto un punto morto da
settimane, con la Russia che continua a insistere per una tregua
di tre giorni, in occasione del Giorno della Vittoria del 9
maggio. Una proposta che fa gioco al Cremlino, che per gli 80
anni della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale ha
invitato a Mosca diversi leader mondiali, tra cui il cinese Xi
Jinping, in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio.
Zelensky ha già messo in chiaro che per l'Ucraina non sarà
possibile "garantire la sicurezza" dei partecipanti alla parata
del 9 maggio. E ha sottolineato che Kiev non si fida delle
proposte di Putin: "Queste non sono le prime promesse di cessate
il fuoco fatte dalla Russia. Sappiamo con chi abbiamo a che
fare, non ci crediamo", ha detto nel corso di una visita a
Praga, in un chiaro riferimento alla fallimentare tregua di
Pasqua che ha registrato centinaia di violazioni in entrambi i
lati del fronte.
La proposta di Ucraina e Usa resta quella di una tregua di
almeno 30 giorni, ma finora nessun segnale in questo senso è
giunto da Vladimir Putin, che nel frattempo pensa a un futuro
remoto in cui, assicura, "la riconciliazione con il popolo
ucraino sarà inevitabile, è solo questione di tempo". Difficile
immaginarlo ora, mentre Mosca insiste a diffondere morte e
distruzione bombardando le città ucraine, compresa la capitale
Kiev dove nella notte tra sabato e domenica, un raid ha
provocato 11 feriti - tra cui due minori - insieme a danni e
incendi in tre distretti. "I russi chiedono una tregua per il 9
maggio, mentre attaccano l'Ucraina ogni giorno: questo è cinismo
di altissimo livello", ha commentato Zelensky sostenendo che
"solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l'Ucraina
più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe aeree guidate e 10
missili di vario tipo". Le forze russe martellano anche la
regione di Sumy, dove da tempo Kiev denuncia l'obiettivo di
Mosca di creare una zona cuscinetto: "I russi hanno colpito le
strade residenziali del villaggio di Velyka Pysarivka con bombe
aeree teleguidate. Un civile è stato ucciso", ha denunciato il
governatore Oleh Grigorov, dando l'ennesimo bilancio di morte
nella sua regione.
Con queste premesse, la priorità dell'Ucraina resta quella di
ricevere sostegno militare, soprattutto dagli Stati Uniti che
negli ultimi giorni si sono mostrati maggiormente disposti a
rispondere alle esigenze della difesa ucraina: secondo il New
York Times, che cita quattro funzionari statunitensi, un sistema
di difesa aerea Patriot precedentemente basato in Israele verrà
inviato in Ucraina dopo essere stato ricondizionato. E gli
alleati occidentali stanno discutendo la logistica di un
eventuale trasferimento anche di un'altra batteria da parte di
Germania o Grecia.
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