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'Da Meloni senza cedere', in salita il dialogo tra l'Anm e il governo

'Da Meloni senza cedere', in salita il dialogo tra l'Anm e il governo

Parodi: 'Spiegheremo le nostre ragioni'. Forza Italia attacca: 'Esordio pessimo'

ROMA, 10 febbraio 2025, 10:26

di Marco Maffettone

ANSACheck
Toghe in tribunale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Toghe in tribunale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessuno stop allo sciopero e disponibilità ad incontrare la premier Giorgia Meloni, ma "senza alcun cedimento". Le possibilità di un dialogo tra le toghe e il governo devono, da subito, fare i conti con paletti e perimetri di azione ben delimitati.

Quelli della nuova giunta dell'Anm, che con il neopresidente Cesare Parodi muove i primi passi, ma anche quelli del sottosegretario Mantovano, che sabato aveva auspicato un "superamento delle contrapposizioni" ma che rivendica di aver "incorniciato" nella sua stanza la comunicazione di "iscrizione nel registro delle notizie di reato" trasmessa dalla Procura di Roma nella vicenda Almasri. E quelli di Forza Italia, che parla di "esordio pessimo" per il neocapo del sindacato. 

Insomma, tutti segnali che dimostrano quanto il terreno del confronto sia denso di insidie, anche se le parole della premier alla richiesta d'incontro del neo presidente del sindacato delle toghe sono arrivate a strettissimo giro e sono, anche quelle, un segnale. "Auspico che da subito si possa riprendere un sano confronto sui principali temi", ha affermato nella serata di sabato Meloni. Parole che vengono valutate come "una novità di rilievo" dal numero uno dell'Anm, eletto nelle fila di Magistratura Indipendente, la corrente moderata.

"Non possiamo sottrarci - taglia corto Parodi - ad un incontro che io ho chiesto senza consultarmi con i colleghi" perché "l'avvertivo con una certa intensità". Ma si tratta di "una occasione - aggiunge il presidente - per spiegare una volta di più con chiarezza, fermezza, lucidità e senza nessun cedimento quelle che sono le nostre ragioni". Al momento comunque non c'è ancora una data per l'incontro sul tema di riforma della giustizia. Un faccia a faccia con il capo dell'esecutivo che viene collocato dai vertici dell'Anm "nel quadro storico di impegno" delle toghe anche contro il progetto di separazione delle carriere. Una mobilitazione che ha portato ad indire una giornata di sciopero per il 27 febbraio. Ed è su questa iniziativa che le forze di maggioranza in Parlamento chiedono ai magistrati un passo indietro, proprio per dimostrare una reale volontà di apertura. "Il primo segnale di dialogo sarebbe certamente la revoca di uno sciopero azzardato di un ordine contro un potere dello Stato", afferma Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio.

L'Anm però fa quadrato. "Non avrebbe alcun senso una revoca formale dello sciopero - spiega Parodi - e anzi ora dovremo capire cosa si dovrà fare" in vista della mobilitazione. Per quel giorno il sindacato non esclude l'organizzazione di dibattiti o conferenze stampa nei distretti per "illustrare con chiarezza e pacatezza le ragioni della nostra iniziativa". La convinzione del presidente della nuova giunta del sindacato, in cui sono presenti tutte le correnti ad eccezione di Articolo 101, è che il giorno di protesta non rappresenterà l'atto conclusivo della mobilitazione antiriforma. "Non sarà un momento decisivo di questo nostro impegno. Il discorso non finisce con lo sciopero ma anzi inizia. Dobbiamo mettere in conto che alcuni non aderiranno e dobbiamo essere pronti quando ci salteranno addosso e ci diranno 'vedete neanche i vostri colleghi vi seguono", ha aggiunto Parodi.

L'Anm chiede agli associati anche un gesto simbolico: indossare una coccarda tricolore sulle toghe da lunedì e fino al 27. Una iniziativa su cui interviene il presidente di Fi, Maurizio Gasparri che definisce "eversivo" lo sciopero e suggerisce ai magistrati ad indossare una coccarda "rossa, così confermeranno la loro natura di avanguardia militante della sinistra politica". Parole che con un dialogo vero hanno poco a che vedere.

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