Oggi i Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, insieme ai
militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Frosinone, hanno proceduto a dare esecuzione a un provvedimento
del gip presso il Tribunale di Cassino con cui, a conclusione di
una complessa attività d'indagine coordinata dalla locale
Procura, è stato disposto il sequestro di falsi crediti di
imposta, quantificati in oltre 76 milioni di euro, maturati
mediante l'indebito ricorso alle misure di sostegno emanate dal
Governo con il decreto rilancio (D.L. 34/2020) durante la fase
più acuta dell'emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le
imprese in difficoltà.
Nel complesso l'indagine ha visto coinvolti una vasta platea
di soggetti e il coinvolgimento di 36 società radicate in
diverse regioni d'Italia, e ha portato al deferimento di 87
persone fisiche a vario titolo per concorso in truffa aggravata
per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli accertamenti
ed approfondimenti esperiti in esecuzione dell'attività
co-delegata dalla Procura di Cassino ai Gruppi della Guardia di
Finanza di Formia e Cassino, sviluppatisi attraverso la
ricostruzione, a ritroso, di tutto il "portafoglio" dei crediti
fittizi nella disponibilità dei soggetti cessionari, tramite i
quali gli stessi sono poi pervenuti alla predetta società
finanziaria, hanno consentito di acclarare l'esistenza di
molteplici e concatenate cessioni di crediti d'imposta di
origine illecita, che dai beneficiari originari, mediante
successivi passaggi cedente/cessionario, in parte sono stati
monetizzati a mezzo cessione a Poste Italiane, in altri casi
presenti sui cassetti fiscali di soggetti terzi, ovvero
utilizzati in compensazione di quanto dovuto in termini di
imposte da versare all'Erario.
L'autorità giudiziaria ha dunque ritenuto che, attraverso
artifizi e raggiri, l'Agenzia delle Entrate sia stata
indebitamente indotta in errore, procurando così l'ingiusto
profitto di ottenere che crediti d'imposta falsi venissero
attestati quali esistenti e cedibili a terzi, cagionando,
conseguentemente, un danno patrimoniale all'Erario,
corrispondente al valore dei crediti d'imposta artefatti
complessivamente negoziati, attualmente stimato per un valore di
oltre 76 milioni di euro.
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