Un organo reinventato, stanze del
vento in cui il suono attraversa il corpo dei visitatori,
strumenti tecnologici e gigantesche percussioni che ricalcano le
tecniche artigianali coreane: è la riflessione sull'ascolto
l'elemento distintivo della ricerca di Tarek Atoui, artista e
compositore elettroacustico di origine libanese, trapiantato a
Parigi e da domani fino al 20 luglio ospite del Pirelli
HangarBicocca a Milano per la sua prima personale in Italia.
'Improvisation in 10 Days', ovvero improvvisazione in dieci
giorni, è il titolo dell'esposizione concepita proprio come "un
omaggio alle improvvisazioni".
La mostra parte con Within, progetto iniziato nel 2014 con un
workshop insieme a una comunità di sordi cercando un modo per
far percepire e rendere visivo il suono. Ne fa parte l'insieme
Souffle Continu, composto da Organ Within (2022), una scultura
che re-inventa l'organo tradizionale e le sue caratteristiche di
spazio, capacità di performance e percezione, e Wind House #1 e
#2, realizzate negli ultimi due anni, due "stanze del vento"
nelle quale i visitatori possono entrare e fare esperienza con
il loro corpo del suono, creato da un flusso d'aria compresso e
modellato dalla struttura trasparente. Segue Waters' Witness,
realizzato fra il 2020 e il 2023, che nasce da una ricerca
realizzata con il musicista e compositore Eric La Casa nei porti
di Atene, Abu Dhabi, Beirut, Istanbul, Porto, Sydney e Singapore
dove Atoui ha registrato, sperimentando diverse tecniche come
microfoni subacquei e ambientali, i suoni di questi non-luoghi,
un tempo cuore pulsante delle città. Per la versione in Pirelli
HangarBicocca, l'artista ha esposto diversi marmi provenienti da
Atene, oggi utilizzati per la ristrutturazione dei templi
dell'Antica Grecia.
È invece in corso ancora il progetto The Rain con un gruppo
di opere dedicate alla pioggia che utilizzando legno, corde e
bronzo si ispira alle tecniche tradizionali coreane per la
creazione di tamburi e all'artigianato di ceramiche e carta. E
poi per esplorare composizioni di suoni con l'uso di dispositivi
tecnologici associati ai quattro elementi, terra, acqua, fuoco e
vento in un processo che trasforma il ciclo dell'energia in
nuovi strumenti e stimola diverse esperienze di ascolto. "I
quattro elementi qui - ha spiegato Atoui - giocano un ruolo
fondamentale, sono dei performer, e direi che sono anche in
prima linea nel dare vita al lavoro e nel farlo confluire".
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