SILENA SANTONI, VOLVER (GIUNTI, PP 364, EURO 18). Martina, ventuno anni, scompare. Nessuno sa più niente di lei, della studentessa di giurisprudenza che faceva una vita agiata, all'improvviso travolta da eventi drammatici. Nella sua stanza c'è 'Il gabbiano Jonathan Livingston' con l'orecchio a pagina trentadue e una camicetta gettata sul letto. I genitori, gli amici, i compagni di Università, la cercano disperatamente, non sanno dove sia finita. Neppure il console in pensione Filippo Campolmi, ispirato alla figura di di Enrico Calamai, lo Schindler di Buenos Aires che salvò 300 argentini e che oggi vive a Roma, al quale la ragazza aveva chiesto aiuto.
Siamo nell'Argentina del 1977, sotto una feroce dittatura e Martina è il filo che unisce le vite di sei personaggi che si intrecciano sulle note struggenti di un tango nel potente romanzo di Silena Santoni, 'Volver' che arriva in libreria per Giunti. E' una storia d'amore "sconsiderato", di lotte clandestine, disperate ricerche, del passato che ritorna e da cui non è possibile liberarsi, dove Buenos Aires è uno dei protagonisti e dove la musica argentina, il tango, la milonga, Astor Piazzolla, avvolgono l'atmosfera di un racconto spietato, doloroso, che non fa sconti.
Ci sono le Madri e le Nonne di plaza de Mayo che la Santoni ringrazia "per il coraggio e la tenacia dimostrate e per la loro opera instancabile di trasmissione dei fatti qui narrati". E ritroviamo le yacarande di Buenos Aires, la Boca e il Caminito con tutti i loro odori e i loro colori, i montoneros, le Falcon verdi e tutta la dittatura che una terra ha dovuto subire, le torture, le repressioni e l'odio che ciclicamente torna ad abitare il mondo, come vediamo nella guerra in Ucraina. "L'uomo ha esercitato la violenza in ogni luogo e in ogni tempo, la trama della storia è tessuta con il filo delle stragi, delle guerre, delle sopraffazioni, ogni epoca, ogni società ha i suoi orrori e ha sempre trovato motivi per giustificarli" racconta nel libro la Santoni che è nata e vive a Firenze, ha esordito con Una ragazza affidabile (Giunti, 2018) con cui ha venduto più di 20 mila copie, cui è seguito 'Piccola città' e scrive brani e adattamenti teatrali per la compagnia Katapult, nella quale recita.
Come in un puzzle s'intrecciano i destini di Alejandro, uno studente che abbraccia la lotta clandestina ed è costretto a fuggire dopo l'arresto del suo amico e compagno di lotte Felipe; di Franca, la madre disperata di Martina in cerca della figlia, del console Campolmi, con il suo cane Merlino, che osa sfidare il regime e di Juan Fernando, un tanghèro di strada assetato di vita. Ed è con lui che Martina vive un passione senza limiti ma poi decide di fermarsi. Il romanzo si apre con lei disperata che, sotto un temporale violentissimo a Buenos Aires, decide dopo 8 mesi di amore folle di lasciarlo. E poi la storia procede a ritroso, dal loro primo incontro al progetto di andare insieme in Patagonia, che resterà irrealizzato, ai tentativi degli amici e compagni di battaglie clandestine di Martina di convincerla a non vedere più Juan Fernando. Fino all'assenza apparentemente per malattia del professor Lopez, in realtà arrestato perché "pare difendesse i rivoluzionari" e poi l'arresto di Felipe che porta Alejandro a progettare con Martina una fuga in Italia. Ma il giorno che devono partire lei non arriva all'aeroporto di Montevideo e la sera precedente non torna a casa. "Raramente qualche scomparso riappariva davvero" sono le amare considerazioni che vengono fatte mentre la madre della ragazza si trasforma "in pura attesa e nell'attesa si esauriva ogni sua funzione". E alla fine si torna, 'Volver' e i segreti si sbriciolano.
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